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Dr Gaspare Costa

Psicologo - Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale

 Ambulatori: Pisa, Versilia, Massa-Carrara

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CRISI ECONOMICA E DISTURBI D'ANSIA

 a cura del Dr Gaspare Costa

La crisi finanziaria che stiamo attraversando non ha solo implicazioni di carattere economico e politico, appare infatti  evidente come gli effetti  della “recessione”  si ripercuotono negativamente anche sulla salute fisica e  mentale.  La crisi economica, con tutto quello che comporta in termini di nuove povertà, precariato, disoccupazione, licenziamenti, cassa integrazione, mobilità etc., è significativamente correlata all’aumento della frequenza e/o dell’intensità di disturbi legati all’ansia e alla depressione. Le continue notizie allarmistiche circa le future previsioni finanziarie  hanno l’effetto di  aumentare i livelli di minaccia percepita e quindi i sintomi d’ansia.  L’ansia è la risposta dell’organismo  in previsione di un pericolo vero o presunto, essa  ha la funzione di preparare la persona  a fronteggiare la minaccia attraverso l’iperattivazione ( fisica e psicologica) dell’organismo; in altre parole la persona raccoglie tutte le proprie forze per fronteggiare o evitare il pericolo percepito.

Quando sperimentiamo l’ansia ci accorgiamo che essa presenta alcune caratteristiche: dal punto di vista fisico ci sentiamo più “attivati”, il rilascio di adrenalina nel sangue produce l’aumento del battito cardiaco, della respirazione e un generale stato di iperattività che spesso si accompagnano ad insonnia e irrequietezza; dal punto di vista psicologico l’ansia si manifesta con la focalizzazione dei “segnali di pericolo”, sovrastima della minaccia, pensieri catastrofici, ruminazione, senso di apprensione, difficoltà a rilassarsi etc.; dal punto di vista comportamentale l’ansia si manifesta con l’evitamento della situazione temuta o, al contrario, con l’attacco.

Se l’ansia rappresenta la “normale” risposta di allarme  ad una minaccia non ancora definita (condizioneCreate your own banner at mybannermaker.com! che la differenzia della paura dove l’oggetto del pericolo è definito)  appare naturale come l’aumento della frequenza e dell’intensità nella popolazione sia correlata all’attuale crisi economica  che suscita una generale percezione di rischio e di incertezza circa il proprio futuro. Possiamo ipotizzare tutta una serie di cause che spiegano la correlazione tra la crisi economica e l’aumento dei problemi legati all’ansia nella popolazione:

gli essere umani sono governati da scopi e obiettivi  che vengono perseguiti per tutta la vita, questi scopi oltre a definire aspetti importanti della propria identità hanno anche la funzione di  rendere sufficientemente prevedibile il futuro  e ridurre al massimo la condizione di incertezza . E’ chiaro che la previsione di un lavoro stabile che porterà alla pensione e quindi ad una condizioni previsionale di sufficiente rassicurazione circa la propria “vecchiaia”  rappresenta uno scopo importante per la maggior parte  delle persone.

La crisi finanziaria mette a rischio queste certezze previsionali  poiché  oltre a mettere in discussione piani già prestabiliti riduce la percezione del potere (agentività) degli individui circa la possibilità di potersi creare un futuro, in sostanza la persona si sente in balia degli eventi e senza nessuna possibilità di poter intervenire. Questa condizione produce molta ansia poiché il futuro , oltre ad essere incerto,  non è più nelle nostre mani ma dipende da fattori non governabili  (come i mercati finanziari, la politica, l’andamento dell’euro etc. ) e di cui spesso non si capiscono le logiche.

Oltre ad incidere sulla compromissione di scopi e obiettivi  futuri, la crisi economica ha innescato tutta una serie di minacce e pericoli collocati nel  presente; è il caso di milioni di persone che vivono una condizione di incertezza, e dunque d’ansia, dovuta alla loro condizione di precariato. La crisi economica ha comportato un aumento vertiginoso di disoccupazione, mobilità, cassa integrazione, nuove povertà, perdita del potere d’acquisto che, inevitabilmente, hanno ripercussione sulla salute psicologica delle persone. L’impatto della crisi economica sui più giovani ha il potere di invalidare necessita psicologiche fondamentali come l’autorealizzazione, l’autonomia, la pianificazione del futuro, la possibilità di soddisfare i bisogni dei figli etc.  La precarietà e l’incertezza economica innescano, specie nei più giovani,  senso di frustrazione, ansia, rabbia, stress, depressione, senso di impotenza, riduzione dell’autostima,  aumentato rischio di abuso di sostanze.

Diverse agenzie sanitaria hanno registrato un aumento significativo dei disturbi legati all’ansia e alla depressione.  L’ansia si manifesta  con la continua preoccupazione di poter perdere il posto di lavoro o di poterne trovare un altro, paura di non poter far fronte alle esigenze quotidiane, difficoltà a rilassarsi, insonnia , aspettative catastrofiche,  angoscia circa il proprio futuro e quello dei propri cari, timore di poter perdere quello che si è guadagnato o di non poter onorare i debiti; nei casi più gravi questi sintomi possono sfociare in vere e proprie crisi di panico. Oltre allo spettro dei sintomi ansiosi si registra un significativo aumento dei disturbi legati all’umore che si manifestano con  depressione, riduzione dell’autostima, colpevolizzazione,  aspettative catastrofiche , senso di impotenza, pensieri suicidari etc. La crisi economica sembra correlata anche all’aumento di disturbi fisici da stress quali cefalee, dermatiti e disturbi gastrointestinali .

Dr Gaspare Costa

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