Fobia Sociale: Sintomi, Cause e Cura - Dr Gaspare Costa - 340/7852422 - Psicologo - Psicoterapeuta

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Disturbi d''Ansia

Fobia Sociale: Sintomi, Cause e Cure
a cura del Dr Gaspare Costa

Che cosa è la Fobia Sociale?

La Fobia Sociale o Ansia Sociale è un disturbo d'ansia caratterizzato dalla paura del giudizio sociale che si concretizza con un atteggiamento di evitamento per tutte quelle situazioni interpersonali, non familiari, in cui si teme di essere valutati negativamente. Le situazioni sociali temute da chi soffre di Fobia Sociale possono riguardare occasioni specifiche come, ad esempio, parlare in pubblico, affrontare un esame, un colloquio di lavoro, o estendersi alla maggior parte delle situazioni in cui si viene a contatto con altre persone come, ad esempio,  mangiare in pubblico, conoscere gente nuova, partecipare a feste, iniziare un nuovo lavoro o frequentare la scuola.


Quando la persona affetta da Fobia Sociale deve affrontare una situazione in cui teme il giudizio negativo da parte degli altri sviluppa, ancor prima di affrontarla, una intensa ansia anticipatoria che a volte può assumere le caratteristiche dell’attacco di panico. L’ansia è il sintomo prevalente della fobia sociale e le sue manifestazioni ( rossore, tachicardia, sudorazione, tremori, bocca asciutta, confusione etc.) possono effettivamente determinare la realizzazione della minaccia temuta: fare una figuraccia!

L’ansia sociale ha come conseguenza un impoverimento della vita dell’individuo che spesso vive una vita ritirata, con poche amicizie e occasioni di svago; allo stesso modo la Fobia Sociale compromette la carriera scolastica e lavorativa con conseguente danno per l’immagine e l’autostima. L’ansia sociale in genere si manifesta prima, durante e dopo l’evento temuto

  • L’ansia anticipatoria consiste appunto nell’anticipare, in forma di immagini o pensieri, le conseguenze, in termini di vergogna, inadeguatezza, fallimento, umiliazione, rimproveri, figuraccia, dell’evento sociale temuto. Spesso la persona con Fobia Sociale, prima ancora che l’evento sia vissuto, fa una previsione di fallimento che, inevitabilmente, aumenta l’ansia e la paura  per il contatto sociale. L’ansia anticipatoria in genere è accompagnata da ruminazioni, giudizi negativi su se stessi, tentativi di trovare soluzioni di evitamento, vissuti depressivi.
Se la persona decide di affrontare la situazione sociale temuta, molto spesso è obbligata, l’ansia si manifesta con tutta una serie di sintomi che spesso hanno l’esito di confermare le aspettative temute dal fobico sociale. Ad esempio, se la persona deve affrontare un colloquio di lavoro importante ed ha già delle previsioni negative rispetto ad esso, è molto probabile che l’ansia possa comportare uno scadimento del colloquio in quanto gli effetti dell’ansia, quali sudorazione, voce tremante, bocca secca, tremori, tachicardia, pallore o rossore, confusione, possono distrarre la persona dall’interlocutore, e più in generale dal contesto, fino a farsi assorbire completamente dai propri segnali interni di pericolo che, a circolo vizio, confermano l’incapacità di sostenere un colloquio.

Se, a questo “assorbimento”, si aggiunge il fatto che spesso la persona con ansia sociale ha difficoltà a sostenere lo sguardo dell’interlocutore allora si può comprendere come la valutazione del proprio stato di agitazione possa effettivamente compromettere la prestazione.

  • L’ansia posticipata consiste nella valutazione, quasi sempre negativa, che la persona si dà al termine della prestazione. In genere la persona con Fobia Sociale tende, subito dopo un evento o il contatto con persone di cui si teme il giudizio, a ruminare e a “selezionare” gli aspetti negativi della prestazione. Questa focalizzazione selettiva comporta l’attribuzione di un giudizio negativo che, inevitabilmente, viene generalizzato,  per inferenza arbitraria, anche all’interlocutore. Queste valutazioni negative possono comportare giudizi (sono stato goffo, impacciato, imbarazzato, ho fatto una figuraccia, chissà cosa penseranno, non sono all’altezza, non sono adeguato, non sono come gli altri tremavo tutto etc.) che confermano il timore e l’ansia dei rapporti sociali.

Quali sono le cause della Fobia Sociale?
La Fobia Sociale, secondo le ultime ricerche, è determinata  dall’interazione di cause genetiche o temperamentali, cause ambientali (famiglia, cultura) ed  esperienze individuali ( esperienze continuate o particolarmente gravi  di umiliazione, svalutazioni, derisione, scherno etc.).

  • Cause temperamentali. Il temperamento determina gli  aspetti innati della nostra personalità come l’introversione o l’estroversione, l’umore di base, la tendenza ad essere iperattivi piuttosto che calmi e tranquilli. Le persone affette da Fobia Sociale sembrano avere una tendenza, fin da piccoli, ad essere più spaventati rispetto agli stimoli esterni., in sostanza presentano una minore propensione ad esplorare il mondo, a ricercare la novità, ad essere stimolate dal rischio.

  • Cause ambientali. La famiglia di origine ovviamente forgia il temperamento del bambino. Lo stile educativo sembra incidere molto nella Fobia Sociale, in genere le persone con ansia sociale descrivono le loro famiglie come chiuse, con scarse relazioni sociali, timorose per il giudizio degli altri, sensibili alla vergogna, poco calorose. In sostanza,  l’interesse di queste famiglie sembra più orientato ad avere giudizi favorevoli, o comunque non negativi,  da parte degli altri che a godersi la vita. Una considerazione importante che lega la Fobia Sociale alla famiglia è rappresentata dal fatto che l’incidenza dell’ ansia sociale è più alta nei consanguinei di chi presenta il disturbo rispetto a chi non lo presenta; come a dire che i fattori genetici ed educativi si rafforzano a vicenda.

  • Esperienze Personali. Spesso la persona affetta da Fobia Sociale ha avuto esperienze continuate o gravi di umiliazione, vergogna, rifiuto, derisione, sensazione di non essere accettati o valere poco. Queste esperienze, che ovviamente fanno star male, possono contribuire in maniera determinante alla comparsa dell’ansia sociale. I rapporti sociali, l’esperienza con l’altro, l’appartenenza al gruppo, sono fattori che determinano la nostra identità, la nostra autostima, la consapevolezza di essere amati e accettati. E’ ovvio che esperienze di umiliazioni, vergogna e derisione continuate possono convincerci della nostra inadeguatezza, di non essere come gli altri, di valere poco, e quindi renderci vulnerabili a qualsiasi giudizio o rapporto interpersonale; l’ansia del fobico sociale segnale appunto questo pericolo


Perché la Fobia Sociale Tende a Cronicizzarsi?

La Fobia Sociale è un disturbo che tende a cronicizzarsi. Il fattore di mantenimento più importante dell’ansia sociale è il comportamento di evitamento messo in atto dall’individuo come  risposta alla paura di non essere all’altezza rispetto ad una situazione sociale. Nella Fobia Sociale l’ansia anticipatoria, rispetto ai rapporti sociali temuti, innesca l’evitamento che mantiene il problema attraverso i seguenti circoli viziosi:

  • L’evitamento, almeno nel breve periodo, ha la capacità di ridurre l’ansia. Se, ad esempio, si viene invitati ad una festa e si ha paura di conoscere persone nuove che possono creare imbarazzo, vergogna, senso di inadeguatezza ed altre emozioni negative, la persona, sotto la spinta dell’ansia anticipatoria, può decidere di rinunciare all’invito riducendo, temporaneamente, l’ansia ma aggravando i costi futuri.

  • L’evitamento delle situazioni sociali non permette di smentire le ipotesi catastrofiche della persona circa il contatto con gli altri. Ritornando all’esempio di prima,  possiamo immaginare che la persona evita di partecipare alla festa perché teme conseguenze negative per la propria immagine. Se la persona rinuncia ad andare a tutte le feste non avrà la possibilità di  ricredersi, di constatare che la partecipazione ed il contatto con gli altri non è cosi sgradevole.

  • L’evitamento delle situazioni sociali impoverisce le abilità interpersonali e quindi il senso di sicurezza del fobico sociale alimentando, a circolo vizioso, il ricorso alla fuga. Spesso la persona affetta da ansia sociale ha difficoltà a gestire le relazioni interpersonali proprio perché manca di abilità nel comunicare, nell’esprimere le  proprie emozioni, nell’affermare i propri diritti, nel saper dire di no. Uno degli obiettivi della psicoterapia cognitivo comportamentale è quella di fornire alla persona che presenta ansia sociale, attraverso lo strumento del  training di assertività, le abilità sociali necessarie per affrontare le diverse situazioni.

  • Cicli Interpersonali Disfunzionali. Un altro fattore di mantenimento della Fobia Sociale è rappresentato dai cicli interpersonali disfunzionali che consistono nel “provocare” atteggiamenti e/o comportamenti negli altri che confermano i timori del fobico sociale. Immaginiamo che la persona dell’esempio precedente abbia accettato l’invito e si rechi alla festa: molto probabilmente sarà ansiosa, cercherà di dare nell’occhio il meno possibile, assumerà un certa “distanza” di sicurezza rispetto agli altri invitati per paura di apparire inadeguato; questi atteggiamenti “distanzianti” possono essere letti dagli altri come  espressioni di superbia o arroganza che possono scoraggiare il contatto sociale. Paradossalmente, quindi, l’atteggiamento evitante del fobico sociale conferma il suo timore di non essere “considerato”.

Cosa teme il Fobico Sociale?
La paura principale per chi soffre di ansia sociale è rappresentata dal danno all’immagine e quindi della vergogna. Il fobico sociale teme di essere inadeguato  rispetto agli altri, di apparire goffo, imbarazzato, ridicolo, imbranato (alla Fantozzi). Se si trova, spesso perché costretto, a relazionarsi con altre persone, il fobico sociale assume un atteggiamento passivo, teme che qualunque cosa dica possa sembrare banale, spesso evita lo sguardo degli altri. L’emozione principale che caratterizza la fobia sociale, oltre all’ansia, è la vergogna che appunto rappresenta un danno all’immagine o alla auto immagine. Spesso la vergogna è accompagnata dal desiderio di voler scomparire o sprofondare.

Come si cura la Fobia Sociale?
La fobia sociale tende a cronicizzarsi e a persistere nel tempo se non curata, inducendo chi ne soffre ad evitare le attività a cui vorrebbe, al contrario, partecipare. La cura più efficace per l’ansia sociale è rappresentata dalla Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale che ha il suo fulcro nell’esposizione graduale e sistematica alle situazioni sociali ritenute pericolose. L’inizio della cura secondo la psicoterapia Cognitivo Comportamentale deve, innanzitutto, far luce sui fattori d’esordio e mantenimento del disturbo (cognitivi ed interpersonali) per poi sostituire le strategie di evitamento con forme di esposizione graduale.

La cura si avvale delle strategie terapeutiche di matrice Cognitivo-Comportamentale che si sono rivelate particolarmente efficaci; tecniche come l’esposizione in vivo o in immaginazione, la desensibilizzazione sistematica, tecniche finalizzate a migliorare l’assertività, le abilità sociali, (Training Assertività) il coping, assicurano, nella maggior parte dei casi, risultati soddisfacenti se non la risoluzione completa del disturbo. Le linee guida generali del trattamento cognitivo comportamentale della fobia sociale prevedono le seguenti fasi:

1) ricostruzione dell’evoluzione del disturbo ( in sede di assessment va indagato l’esordio del disturbo fino ad arrivare ad una minuziosa descrizione dello stato del momento;

2) elaborazione del contratto terapeutico il cui contenuto deve prevedere gli obiettivi condivisi, le regole generali della terapia ed accordi di altra natura ( pagamento, durata della seduta, homwork etc.)

3) a partire dalla disamina degli episodi di ansia sociale più recenti va ricostruito lo schema del funzionamento del disturbo. Attraverso questa procedura è possibile condividere con il paziente informazioni circa i fattori che innescano e mantengono la fobia sociale; lo schema rappresenta una specie di “mappa” che può orientare il paziente a capire quello che gli succede e perche nel corso di episodio di ansia sociale. Lo schema ha anche la funzione di “normalizzare” un esperienza, l’ansia sociale, che oltre ad essere vissuta con imbarazzo e vergogna viene spesso interpretata come la “prova” della propria inadeguatezza;

4) individuazione delle credenze errate che innescano e mantengono l’ansia sociale e messa in discussione delle stesse.

5) acquisizione di competenze e tecniche finalizzate a migliorare la gestione dell’ansia (respiro lento, rilassamento muscolare progressivo etc.)

6) esposizione graduale, in immaginazione o in vivo, verso stimoli ritenuti pericolosi (tutti i pensieri, le situazioni e le occasioni in grado di innescare l’ansia sociale e quindi tendenzialmente evitati dall’individuo);

7) prevenzione delle ricadute

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