Cosa teme il Fobico Sociale?
La paura principale per chi soffre di ansia sociale è rappresentata dal danno all’immagine e quindi della vergogna. Il fobico sociale teme di essere inadeguato rispetto agli altri, di apparire goffo, imbarazzato, ridicolo, imbranato (alla Fantozzi). Se si trova, spesso perché costretto, a relazionarsi con altre persone, il fobico sociale assume un atteggiamento passivo, teme che qualunque cosa dica possa sembrare banale, spesso evita lo sguardo degli altri. L’emozione principale che caratterizza la fobia sociale, oltre all’ansia, è la vergogna che appunto rappresenta un danno all’immagine o alla auto immagine. Spesso la vergogna è accompagnata dal desiderio di voler scomparire o sprofondare.
Come si cura la Fobia Sociale?
La fobia sociale tende a cronicizzarsi e a persistere nel tempo se non curata, inducendo chi ne soffre ad evitare le attività a cui vorrebbe, al contrario, partecipare. La cura più efficace per l’ansia sociale è rappresentata dalla Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale che ha il suo fulcro nell’esposizione graduale e sistematica alle situazioni sociali ritenute pericolose. L’inizio della cura secondo la psicoterapia Cognitivo Comportamentale deve, innanzitutto, far luce sui fattori d’esordio e mantenimento del disturbo (cognitivi ed interpersonali) per poi sostituire le strategie di evitamento con forme di esposizione graduale.
La cura si avvale delle strategie terapeutiche di matrice Cognitivo-Comportamentale che si sono rivelate particolarmente efficaci; tecniche come l’esposizione in vivo o in immaginazione, la desensibilizzazione sistematica, tecniche finalizzate a migliorare l’assertività, le abilità sociali, (Training Assertività) il coping, assicurano, nella maggior parte dei casi, risultati soddisfacenti se non la risoluzione completa del disturbo. Le linee guida generali del trattamento cognitivo comportamentale della fobia sociale prevedono le seguenti fasi:
1) ricostruzione dell’evoluzione del disturbo ( in sede di assessment va indagato l’esordio del disturbo fino ad arrivare ad una minuziosa descrizione dello stato del momento;
2) elaborazione del contratto terapeutico il cui contenuto deve prevedere gli obiettivi condivisi, le regole generali della terapia ed accordi di altra natura ( pagamento, durata della seduta, homwork etc.)
3) a partire dalla disamina degli episodi di ansia sociale più recenti va ricostruito lo schema del funzionamento del disturbo. Attraverso questa procedura è possibile condividere con il paziente informazioni circa i fattori che innescano e mantengono la fobia sociale; lo schema rappresenta una specie di “mappa” che può orientare il paziente a capire quello che gli succede e perche nel corso di episodio di ansia sociale. Lo schema ha anche la funzione di “normalizzare” un esperienza, l’ansia sociale, che oltre ad essere vissuta con imbarazzo e vergogna viene spesso interpretata come la “prova” della propria inadeguatezza;
4) individuazione delle credenze errate che innescano e mantengono l’ansia sociale e messa in discussione delle stesse.
5) acquisizione di competenze e tecniche finalizzate a migliorare la gestione dell’ansia (respiro lento, rilassamento muscolare progressivo etc.)
6) esposizione graduale, in immaginazione o in vivo, verso stimoli ritenuti pericolosi (tutti i pensieri, le situazioni e le occasioni in grado di innescare l’ansia sociale e quindi tendenzialmente evitati dall’individuo);
7) prevenzione delle ricadute
La Riproduzione è Riservata-Dr Gaspare Costa
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