La Paura di Dormire a Casa da Soli negli Adulti: le Cause e la Cura - Dr Gaspare Costa - 340/7852422 - Psicologo - Psicoterapeuta

Cerca
Vai ai contenuti

Menu principale:

L'Ansia e la Salute
La Paura di Dormire a Casa da Soli negli Adulti: le Cause e la Cura
18/08/2017
A cura del Dr Gaspare Costa

Come si manifesta la paura di dormire a casa da soli?

La paura di dormire a casa da soli si manifesta con un marcato stato d’ansia che può assumere le caratteristiche dell’angoscia o, addirittura, del terrore, all’idea di addormentarsi da soli, tipicamente l’ansia inizia ad aumentare quando incomincia a fare buio fino a raggiungere il picco massimo al momento di andare a letto.

Gli individui che manifestano la paura di dormire a casa da soli di solito fanno in modo di convincere qualcuno (partner, amici, familiari) a fargli compagnia, se non riescono a trovare nessuno possono mettere in atto comportamenti protettivi, finalizzati a ridurre l’ansia,  come, ad esempio, dormire con la luce e/o il televisore acceso o fare lunghe telefonate rassicuratorie con parenti e amici  in modo tale  di avere l’illusione della compagnia.

Paura di Dormire da Soli negli Adulti

La paura di  dormire da soli negli adulti può compromettere in maniera significativa la qualità della vita di questi individui che manifestano la tendenza ad evitare tutte le situazioni in cui non possono condividere il sonno con qualcuno di familiare e rassicurante; per tale ragione possono rinunciare a spostarsi per lavoro o studio perdendo importanti opportunità professionali.

Un'altra problematica legata alla paura di stare da soli in casa  di notte e di addormentarsi in solitudine è rappresentata dalle possibili difficoltà interpersonali dovute all’estremo bisogno di compagnia, non è infrequente che i partner di questi soggetti possono manifestare vissuti di costrizione e frustrazione per le continue richieste di vicinanza che ne limitano la liberta. Generalmente, le persone che hanno paura di dormire da soli manifestano ansia se il partner o altro familiare non è rientrato all’ora prevista specie se incomincia a fare buio; in questi casi possono inondarle di telefonate finalizzate ad essere rassicurate in relazione al loro arrivo.

La paura di dormire a casa da soli, oltre a rappresentare un gravoso problema che limita l’autonomia dell’individuo, produce un plus di sofferenza anche per il fatto che la persona si valuta negativamente per il fatto di avere “un disturbo cosi ridicolo”, queste valutazione spesso si accompagnano a demoralizzazione, rabbia verso se stessi, senso di impotenza e fallimento.

La percezione di essere completamente dipendenti  per qualcosa che pure un bambino riesce a fare può avere un impatto notevole sull’autostima e il tono dell’umore che può essere indirizzato in senso depressivo alimentando il circolo vizioso, questi vissuti possono essere  inaspriti quando il partner, magari perché stressato,  “rinfaccia” il proprio sacrifico: “Non posso neanche andare a bere una birra con gli amici… Sono esasperato!”.

Perche si ha paura di dormire da soli?

Le cause  della  paura di dormire in casa da soli negli adulti possono essere molteplici e risalire a periodi diversi dello sviluppo evolutivo, ad esempio la difficoltà ad addormentarsi da soli può essere legata all’ansia da separazione del bambino che può manifestarsi come conseguenza di un attaccamento insicuro con il  genitore ( Bowlby), in altri casi la paura di stare da soli in casa la notte e/o di addormentarsi può risalire ad un esperienza “traumatica” come quella di essere  stati sorpresi dai ladri o di essere stati vittima di un incidente domestico come, ad esempio, un incidendo oppure ci si e trovati a gestire una situazione di grande difficoltà come, ad esempio,  il malessere o la morte di un familiare.

Quantunque la paura di dormire in casa da soli può avere diverse cause in questa sede ci soffermeremo su una causa specifica in cui la paura di stare da soli in casa la notte o di addormentarsi rappresenta una risposta disfunzionale al timore di poter star male, inteso come essere sopraffatti da un attacco di panico notturno,  e non poter essere soccorsi da alcuno.

Questa chiave di lettura spiega bene l’angoscia, i tentativi di evitamento  e i comportamenti protettivi che l’individuo mette in atto per salvarsi da un attacco di panico notturno che probabilmente ha già vissuto e che, comprensibilmente, tende ad evitare ad ogni costo. L’esperienza dell’attacco di panico notturno è terrorizzante, l’individuo può svegliarsi improvvisamente nel cuore della notte con sintomi quali  tachicardia, fame d’aria, oppressione al petto e altre sensazioni  che lo inducono a pensare che sta per succedere qualcosa di terribile come un infarto, la perdita di controllo o, addirittura, la morte; se consideriamo che ai sintomi diurni si aggiungono il disorientamento e la scarsa o nulla accessibilità a punti di riferimento o a persone che possano rassicurare ci si può rendere conto di come gli attacchi di panico notturni rappresentano un esperienza davvero terribile.

In conseguenza dell’attacco di panico notturno subentrano tutta una serie  di meccanismi, evitamenti e comportamenti protettivi, finalizzati ad arginare  “la paura della paura”: ovvero il timore che l’esperienza panicosa possa ripresentarsi; queste soluzioni nel breve termine sembrano funzionare poiché, effettivamente, riducono l’ansia ma, nel medio e lungo termine, intrappolano l’individuo in un circolo disfunzionale che può cronicizzare il disturbo.

La paura di dormire a casa da soli rappresenta, dunque, una “soluzione” finalizzata a prevenire un  possibile attacco di panico notturno, in altre parole si tratta di un classico comportamento di evitamento che, come quasi sempre avviene, dà vita a tutta una serie di  altri circoli viziosi che alimentano il problema:

Ansia anticipatoria. L'ansia anticipatoria, ovvero la paura della paura, consiste in una specie di "profezia", falsa ma suggestiva, attraverso la quale la mente anticipa, servendosi di pensieri e immagini,  l'esperienza catastrofica dell'attacco di panico notturno dato per certo in condizione di solitudine; questa minaccia comporta sia la paura di stare in casa da soli di notte che la necessità di trovare qualcuno che possa vegliare e, all'occorrenza, intervenire o chiamare i soccorsi in caso di bisogno.

Attenzione Selettiva. La paura di dormire a casa da soli è alimentata dalla tendenza dell'individuo a "scannerizzare", in condizione di minaccia ( vera o presunta),  il proprio corpo alla ricerca di segni e sintomi che possono far pensare ad un imminente attacco di panico notturno; ovviamente, la polarizzazione dell'attenzione sul proprio corpo aumenta la probabilità di intercettare sensazioni (innocue) che, lette in maniera catastrofica, possono dar vita ai meccanismi che innescano l'attacco di panico notturno.

L'attenzione selettiva è legata alla paura di stare a casa da soli di notte poiché questa condizione essendo considerata pericolosa facilità l'assorbimento interno, a scopo preventivo, per accertarsi che tutto sia a posto ma, paradossalmente, l'aumentata disponibilità di sensazioni allarma ancora di più l'individuo che teme l'attacco di panico notturno.

I Circoli Viziosi Interpersonali. Tra i fattori che contribuiscono a cronicizzare la paura di dormire a casa da soli assume un ruolo chiave la figura del partner, o altro familiare, che si presta, attraverso la propria presenza, a rassicurare l'individuo durante la notte; proprio come l'"accompagnatore" diurno, la compagnia notturna adibisce al ruolo di soccorritore in caso di bisogno, ovvero nel caso in cui l'individuo è sopraffatto da un attacco di panico notturno.

La presenza della compagnia si rende necessaria anche per esorcizzare la paura di stare a casa da soli di notte o durante l'imbrunire poiché questi frangenti della giornata vengono percepiti come minacciosi per il fatto che il buio rende meno disponibili  sia i  punti di riferimento che le persone in grado di prestare soccorso in caso di necessità.

Se la compagnia non è disponibile, ad esempio perche il partner  deve pernottare fuori per motivi di lavoro,  l'individuo inizia a sperimentare ansia anche diversi giorni prima che la "separazione" si realizzi profetizzando scenari catastrofici in cui si rappresenta mentre sta per aver un infarto, svenire, perdere il controllo o, addirittura, morire in seguito ad un attacco di panico notturno.

La figura della compagnia notturna si presta, dunque, ad un classico circolo vizioso disfunzionale: da un lato la sua presenza rassicura  l'individuo che manifesta la paura di dormire da solo in casa dall'altro impedisce di demolire la "credenza" secondo la quale la condizione di solitudine risulterebbe pericolosa ai fini della propria incolumità; ricordiamo che in base alla presenza o assenza della compagnia notturna si attivano particolari meccanismi cognitivi (ansia anticipatoria, attenzione selettiva, comportamenti protettivi, evitamenti)  che riducono o amplificano la percezione di minaccia rispetto all'eventualità di essere sopraffatti da un attacco di panico notturno.
Come Curare la Paura di Dormire da Soli in Casa?

Come accennato in precedenza la paura di restare a casa da soli la notte o di addormentarsi da soli può compromettere in maniera significativa la qualità della vita dell'individuo e dei propri familiari, non è infrequente, infatti,  che le persone che manifestano queste problematiche rinuncino a favorevoli occasioni lavorative o di studio  per la paura di rimanere da soli; allo stesso modo, il partner o altri familiari possono vivere il ruolo di compagnia notturna obbligata come frustrante e costrittivo condizione che può favorire conflitti e dissapori all'interno della coppia o dell'enturage familiare.

La paura di restare a casa da soli la notte o di addormentarsi in solitudine per il timore di essere sopraffatti da un attacco di panico notturno può essere curata  efficacemente per mezzo della Psicoterapia Cognitivo Comportamentale  ( CBT) con o senza l'ausilio dei farmaci; è risaputo che la CBT è considerata dalle Linee Guida Internazionali ( American Psychiatric Assosesion) la terapia più efficace, Evidence Based, per la cura degli attacchi di panico e dei Disturbi d'Ansia in generale.

La Psicoterapia Cognitivo Comportamentale si avvale di protocolli specifici che mirano a demolire le "Credenze Disfunzionali" che alimentano i meccanismi legati agli attacchi di panico e che, indirettamente, sono responsabili della paura di dormire in casa da soli. In generale, la cura consiste in un serie di step che comprendono:

La Psicoeducazione, ovvero le leggi che governano la natura e le funzioni dell'ansia; questa prima fase è particolarmente importante poiché fornisce al paziente le informazioni utili in grado di demolire le credenze disfunzionali legate all'ansia come quelle secondo cui l'ansia ( intensa) è legata allo svenimento, alla perdita di controllo, all'infarto o, addirittura, alla morte.

La Ristrutturazione Cognitiva è una delle tecniche principali della Psicoterapia Cognitivo Comportamentale il cui scopo consiste nel rendere funzionale e adattivo il sistema di credenze che regola il significato che l'individuo da di se stesso e del mondo.

Le Esposizioni Enterocettive consistono in una serie di tecniche che mirano, in sede protetta e controllata,  ad evocare volontariamente quelle sensazioni che vengono lette dal paziente come precursori di un attacco di panico; questa pratica è fondamentale poiché, quasi in maniera magica, l'individuo si rende conto che i "sintomi" che lo spaventano non sono altro che normali e innocue  sensazioni prodotte da semplici reazioni fisiologiche e, dunque, non hanno nulla di pericoloso.

Esposizioni in Vivo. Dopo che si è consolidata l'alleanza terapeutica il professionista ed il paziente concordano, in maniera graduale e sistematica, una gerarchia di situazioni alle quali esporsi rinunciando, contemporaneamente,  ai comportamenti protettivi abitualmente utilizzati dal paziente per fronteggiare l'ansia; ad esempio, per contrastare la paura di restare a casa da soli di notte si può chiedere al partner o altro familiare del paziente di posticipare di 20 minuti il suo arrivo a casa (man mano il tempo del rientro del partner  sarà sempre più dilazionato finche il paziente sarà in grado, finalmente,  di dormire in casa da solo senza essere sopraffatto dall'ansia o dagli attacchi di panico notturni.

In conclusione, la Psicoterapia Cognitivo Comportamentale è in grado, in una significativa percentuale di casi,  di liberare l'individuo dalla trappola di non riuscire a dormire da solo  mettendolo nelle condizioni di assaporare una nuova e dolce libertà .
Se hai trovato questo articolo interessante puoi aiutare a far crescere il sito condividendolo. Grazie, Dr Gaspare Costa
 
Dr Gaspare Costa iscritto all'Ordine degli Psicologi della Regione Toscana n° 5040 - P.Iva 0120695045 Tutti i diritti riservati - prima dell'utilizzo del sito leggere le avvertenze in note legali e privacy
Torna ai contenuti | Torna al menu