La Paura di Uscire di Casa da Soli: le Cause e la Cura - Dr Gaspare Costa - 340/7852422 - Psicologo - Psicoterapeuta

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L'Ansia e la Salute
La paura di uscire di casa da soli: le cause e la cura
08/08/2017
A cura del Dr Gaspare Costa

La paura di uscire di casa  da soli (Aorafobia)  è spesso  legata al timore di sentirsi male  per il sopraggiungere di un attacco di panico in situazioni dove sarebbe difficile o imbarazzante essere soccorsi (Agorafobia); gli individui con questo Disturbo d'Ansia, se non accompagnati, difficilmente si allontano  dalla propria zona confort e, nei casi più invalidanti, possono rinunciare ad uscire di casa anche per minime distanze.

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Quali sono le cause della paura di uscire di casa da soli?

Fondamentalmente la paura di uscire di casa da  soli rappresenta una "soluzione", che alla lunga si rivela disfunzionale, per prevenire  la possibilità, sovrastimata, di essere soprafatti dagli attacchi di panico. Un attacco di panico è definito come un episodio di ansia acuta, dalla durata di circa 10 minuti,  la cui intensità può assumere la caratteristiche di un vero e proprio  stato di terrore, i cui sintomi (tachicardia, vampate di caldo o di  freddo, testa leggera, sensazione di sbandamento, fame d'aria, parestesie, formicolii agli arti etc.) fanno temere alla persona che li sperimenta di stare per perdere il controllo, svenire, avere un infarto o, addirittura, morire.

Subire un attacco di panico è una delle esperienze più angoscianti che un essere umano possa sperimentare,  appare dunque comprensibile che le persone mettono in atto evitamenti e/o comportamenti protettivi finalizzati a prevenire uno scenario cosi drammatico. In seguito all'esperienza ripetuta degli attacchi di panico di solito gli individui iniziano ad evitare tutti luoghi e/o le  situazioni che reputano pericolosi (file, autostrada, spazi aperti, code automobilistiche etc.)  oppure, se costretti ad esporsi, vivono queste situazioni con un ansia talmente intensa fino al punto di innescare un vero e proprio attacco di panico situazionale.

La paura di uscire da casa e stare male rappresenta un forma di evitamento che può compromettere seriamente la qualità della vita degli individui, le persone con Aorafobia possono rinunciare alla maggior parte delle attività, avere una rete sociale povera, percepire la propria vita come insoddisfacente, inoltre l'assoluto bisogno di farsi accompagnare da qualcuno li rende estremamente dipendenti; la paura di uscire da casa da soli può associarsi ad altre problematiche psicologiche come la depressione o l'abuso di alcol, farmaci o sostanze.

Perché la paura di uscire di casa da soli tende a cronicizzarsi?

Il timore di allontanarsi dalla propria abitazione può insorgere in maniera subdola per poi, nel corso di mesi o degli anni, cronicizzarsi fino al punto di compromettere in maniera significativa la qualità della vita dell’individuo; tra i fattori che facilitano la persistenza della Aorafobia si possono trovare: l’ansia anticipatoria, l’assorbimento interno e la disponibilità di sensazioni che possono essere interpretate come pericolose, circoli viziosi interpersonali come la figura dell’”accompagnatore”, Depressione secondaria.

Ansia anticipatoria. L’ansia anticipatoria, “la paura della paura”, è un meccanismo cognitivo che anticipa, spesso innescando un comportamento di evitamento,  uno scenario considerato catastrofico quale può essere appunto l’insorgenza di un attacco di panico; ad esempio,  se l’individuo deve uscire di casa da solo o, addirittura, allontanarsi dalla propria zona di confort,  può essere sopraffatto, anche diversi giorni prima  dall’evento, da pensieri e immagini  catastrofici che gli fanno credere di andare  sicuramente incontro ad un esperienza terribile.

L’ansia anticipatoria si può accompagnare ad immagini “realistiche” in cui l’individuo si vede mentre si sente male e sviene, perde il controllo, subisce un infarto o, addirittura, muore. Bisogna ricordare che l’ansia anticipatoria e gli scenari associati  rappresentano uno dei fattori di mantenimento più importanti che contribuiscono alla cronicizzazione della paura di uscire di casa da soli, durante la cura al paziente verrà spiegato come, in realtà, questi scenari sono del tutto falsi o,  quantomeno esagerati, essendo il frutto dell’attività iper-prudenziale della mente umana, con il proseguo della terapia e l’inizio delle graduali esposizioni il paziente imparerà che allontanarsi da casa da solo non è poi cosi pericoloso.

Attenzione selettiva ed evitamento. L'attenzione selettiva e l'evitamento rappresentano altri importanti fattori di mantenimento della paura di uscire di casa da soli, l'attenzione selettiva consiste in una continua scannerizzazione del proprio corpo finalizzata alla ricerca di sensazioni, che puntualmente vengono trovate,  potenzialmente pericolose; questo meccanismo facilità l'interpretazione di sensazione innocue dovute all'ansia ( vertigini, testa vuota, vista offuscata, tremoli, gambe molle etc.) in chiave catastrofica ( svenimento, perdita di controllo, infarto etc.) favorendo il circolo vizioso degli attacchi  di panico.

L'evitamento è la diretta conseguenza dei precedenti fattori di mantenimento, rappresenta una soluzione comprensibile ma disfunzionale in quanto impedisce di demolire le credenze catastrofiche legate alle sensazioni; evitare di allontanarsi di casa  nel breve termine riduce l'ansia associata alla possibilità di essere sopraffatti da un attacco di panico mentre, nel medio e lungo periodo, oltre a ridurre l'autonomia dell'individuo, si presta ad autocritica ("Che fine farò?!... Non riesco neanche ad uscire di casa da solo...Non posso avere una vita"), demoralizzazione o veri e propri quadri depressivi che alimentano il problema.

La paura di uscire di casa da soli: il ruolo dell’”accompagnatore”. L’utilizzo dell’accompagnatore, una figura familiare in grado di prestare soccorso nel caso si presentasse un  attacco di panico, è una delle strategie più utilizzate negli individui che manifestano la paura di allontanarsi da soli dalla propria casa; in genere l’accompagnatore è una persona di fiducia ( partner, genitore, fratelli, amici etc.) la cui presenza garantisce un riduzione dell’ansia e, dunque, la riduzione della percezione della minaccia.

La dinamica del rapporto tra la l’individuo che presenta la paura di uscire di casa da solo e l’accompagnatore  spesso assume caratteristiche ambivalenti fino ad arrivare a vere e proprie forme di dipendenza; il soggetto con Aorafobia vede nell’accompagnatore una specie di ansiolitico in grado di ridurre lo stato di minaccia, nello stesso tempo la sua presenza obbligata gli conferma il fatto che egli non è in grado di cavarsela da solo acutizzando i vissuti di demoralizzazione, vergogna, rabbia verso se stessi e frustrazione.

Anche i vissuti dell’accompagnatore possono essere ambivalenti: inizialmente, ad esempio in caso di innamoramento, egli può valutare questo ruolo come una specie di privilegio, può sentirsi il salvatore che da sicurezza al proprio amore e quindi sentirsi importante ed insostituibile; con il trascorrere del tempo però il ruolo dell’accompagnatore può innescare vissuti di frustrazione, rabbia, senso di oppressione. Le persone che manifestano la paura di uscire di casa da soli hanno la necessità di avere il controllo sull’accompagnatore poiché pianificano tutti il loro impegni in relazione alla sua disponibilità; frequentemente, con il passare del tempo, il rapporto si può logorare comportando la rottura della relazione.

Spesso la risoluzione del sintomo e la relativa acquisizione di autonomia può, paradossalmente, portare alla crisi tra l’individuo e il proprio accompagnatore  per il fatto che, quest’ultimo, può vedere ridimensionato il proprio ruolo oppure perché la ritrovata autonomia  non garantisce più il bisogno di controllo che "stabilizzava" la coppia.

Paura di uscire di casa e depressione. La paura di uscire di casa da soli o la difficoltà ad allontanarsene spesso è legata a demoralizzazione o veri e propri quadri depressivi, in questo caso l’abbattimento del tono dell’umore non è primario ma secondario alla condizione di privazione dell’autonomia e alla conseguente valutazione che l’individuo fa di questo stato (“Che fine farò?!......Non riesco nemmeno ad uscire di casa da solo!…Come posso pensare di farmi una famiglia”?). E’ risaputo ( Back) che uno dei fattori più importanti all’origine della Depressione è costituito dalla riduzione dei rinforzi positivi (situazioni o occasione gratificanti che aumentano la disponibilità di serotonina in circolo) quali possono essere gli hobby o le relazioni interpersonali  appaganti.

Le persone che manifestano la paura di uscire di casa da soli hanno la sensazione che la loro vita è stata interrotta limitandosi ad assistere a quella degli altri, esse non hanno accesso, oppure le vivono con angoscia, a quelle attività piacevoli come viaggiare, uscire liberamente, coltivare hobby o recarsi in posti desiderati che generalmente si associano ad emozioni positive come la gioia, l’allegria ed il divertimento per cui il loro umore appare tendenzialmente abbattuto se non marcatamente depresso.

Questa demoralizzazione è anche causata dalla valutazione del proprio stato considerato difettato e spesso criticato, la  condizione di estrema dipendenza che questi soggetti si trovano a vivere e le continue rinunce non fanno altro che indirizzare l’umore in senso depressivo.
Come curare la paura di uscire di casa da soli?

La paura di uscire di casa da soli o di allontanarsene cosi come si presenta nel quadro dell’Agorafobia può costituire uno stato invalidante tanto da compromettere seriamente la qualità della vita dell’individui e dei propri familiari, per questa ragione la ricerca di una cura efficace e tempestiva, possibilmente prima che si consolidano i fattori di mantenimento descritti in precedenza, appare non solo necessaria ma indispensabile.

Bisogna tener conto che, almeno nei casi più gravi, il problema di uscire di casa da soli è cosi invalidante tanto che l’individuo, se non in presenza dell’accompagnatore che  non sempre  può essere disponibile ad accompagnarlo in terapia, non riesce  a recarsi in autonomia nello studio dello Psicoterapeuta compromettendo, in questo modo, la possibilità di una cura efficace in grado, piano piano e con le giuste strategie,  di innescare i circoli virtuosi  che porteranno all’aumento dell’autonomia e, dunque, del benessere.

La Cura più efficace per vincere la paura di uscire di casa da soli

La Psicoterapia Cognitivo Comportamentale (CBT) è riconosciuta a livello internazionale ( American Psychiatric Assosesion ) come il trattamento di elezione, con o senza l’utilizzo di farmaci, più efficace per il trattamento dei Disturbi d’Ansia e quindi anche per l’Agorafobia e il Disturbo da Attacchi di Panico. La Psicoterapia Cognitivo Comportamentale ha ricevuto questo riconoscimento dalla comunità scientifica poiché si è sottoposta a rigorose metodologie scientifiche che ne hanno confermato l’efficacia, questo non vuol dire che le altre Psicoterapie non sono efficaci semplicemente non hanno ritenuto di sottoporsi alla valutazione scientifica di validazione.

La CBT, oltre ad essere ritenuta il  trattamento d’elezione per molti disturbi e anche considerata una Psicoterapia  in grado di ridurre la sintomatologia in tempi brevi grazie all’ implementazione di  specifici protocolli ideati per  le specifiche problematiche psicologiche. Nella cura della paura di uscire di casa da soli la CBT si avvale di strategie in grado di riconoscere e demolire tutti i circoli viziosi di mantenimento (ansia anticipatoria, attenzione selettiva, evitamento, rapporti interpersonali disfunzionali etc.) attraverso strategie di psico-educazione il paziente viene “informato” sulla vera funzione dell’ansia e sulle credenze disfunzionali ( perdita del controllo, svenimento, infarto etc.) che molto spesso sono legate a questa emozione.

La demolizione delle credenze disfunzionali e la ristrutturazione cognitiva sono obiettivi che la CBT persegue  implementando  specifiche  e funzionali strategie cognitive e comportamentali; le esposizione enterocettive sono utilissime nel ridimensionare la percezione di pericolosità di comuni sensazioni (vertigine, sudorazione, tremolio, testa leggera, game d'aria etc.) legate all'ansia  e che di solito innescano i comportamenti protettivi o di evitamento. L'ultimo step della cura per la  paura di uscire di casa da soli consiste nel programmare, assieme al paziente, un piano espositivo graduale e sistematico in grado di aumentare l'autonomia e, allo stesso tempo, demolire ulteriormente, attraverso le nuove Esperienze Emozionali Correttive, le credenze disfunzionali che stanno alla base del problema

Lo Psicologo Online come possibile risorsa aggiuntiva

In tutti quei casi in cui l’Agorafobia è diventata invalidante,  tanto che le persone non solo non escono più di casa ma, addirittura, questa loro condizione ostacola l’accesso alle cure, può tornare utile, almeno temporaneamente, la possibilità di farsi aiutare da uno Psicologo che offre  aiuto On-line via Skype o altre piattaforme di video chiamata. Lo Psicologo Online,  in questi casi può rappresentare un primo  concreto aiuto in grado sia di intercettare le problematiche della persona che di motivarla ed indirizzarla ad un professionista con il quale intraprendere una terapia tradizionale; ovviamente, questa risorsa deve essere limitata e transitoria altrimenti rischia di diventare un ulteriore circolo vizioso di mantenimento, è risaputo, infatti, che la persone che manifestano la paura di uscire di casa da soli, specie se abbienti, tendono a portare i servizi al proprio domicilio (Parrucchieri, Estetisti, Personal trainer etc.) alimentando, in questo modo, i circoli viziosi di mantenimento
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