Nell'ultimo periodo ha dovuto fronteggiare tutta una serie di eventi stressanti (tesi di laurea, trasferimento in un'altra città, conflitti con il fidanzato, precarie condizioni di salute della mamma) che ne hanno condizionato il normale equilibrio : si sente più stanca, dorme solo poche ore, ma è convinta di riuscire a gestire tutti gli eventi con la solita efficacia. Una mattina, dopo aver assistito per tutta la notte la madre in ospedale, Luisa ha in programma di recarsi in facoltà per parlare con il Professore degli ultimi dettagli della tesi.
Durante il tragitto in metropolitana inizia ad avvisare delle strane sensazioni: il cuore inizia a battere velocemente, come non era mai successo, inizia a sudare, sente dei formicoli alle mani, dolore al petto, il respiro diventa affannoso fino a sentirsi soffocare. Luisa si spaventa, pensa che il suo cuore stia cedendo, per la prima volta è terrorizzata, si sente inerme, impotente, ha paura che un infarto la stia portando via; angosciata, rivede flash della propria vita mentre, con le ultime forze, lancia un grido di aiuto. Luisa viene accompagnata in ambulanza al pronto soccorso e, dopo gli accertamenti del caso, viene dimessa con una diagnosi di attacco di panico.
Cosa è successo a Luisa? Quali sono le cause che, probabilmente, hanno innescato l'attacco di panico?
In sintesi, nel caso di Luisa, si possono evidenziare alcuni fattori che sembrano avere un ruolo chiave nell'innesco degli attacchi di panico. Luisa sembra il tipo di persona che ha l'esigenza di controllare tutto con la massima efficacia; appare particolarmente motivata a mostrarsi forte, autonoma, determinata mentre, sembra non accettare, vissuti di fragilità, debolezza, bisogno di aiuto. Un fattore ancora più determinante è rappresentato dalle molte situazioni stressanti ( quasi sempre presenti negli inneschi degli attacchi di panico) che aumentano il senso di responsabilità di Luisa costringendola a fronteggiare diversi eventi stressanti nello stesso tempo; inoltre, questo stress, costringe Luisa a dormire solo poche ore per notte con il risultato di affaticarla sempre di più. Queste condizioni possono aver potuto minare le condizioni di Luisa predisponendola all'attacco di panico; immaginiamola mentre, dopo aver dormito solo poche ore, si reca ansiosa in facoltà per l'ennesimo appuntamento importante.
Durante il viaggio in metropolitana inizia a sentire delle sensazioni minacciose, le sembra che il cuore batta più velocemente ( evento normale se si considerano tutti gli sforzi psico-fisici affrontati da Luisa) e questo basta a spaventarla. La tachicardia viene subito interpretata come un segnale di minaccia ( infarto) che, allarmandola ancor di più, innesca la classica risposta di attacco-fuga che prepara l'organismo a fronteggiare una minaccia per la propria vita. La risposta di attacco-fuga ha la caratteristica, proprio perchè evolutivamente è nata per combattere o fuggire, di "attivare" l'organismo; in sostanza, tale risposta comporta il rilascio di adrenalina che produce un aumento della frequenza cardiaca e di altri eventi fisici che confermano la credenza di Luisa che il cuore sta scoppiando, a questo punto l'ansia di Luisa aumenta fino a divenire prima angoscia e poi terrore.
La fame d'aria produce un altro fattore tipico degli attacchi di panico: l'iperventilazione; durante la crisi di panico la persona, per ovviare al bisogno d'aria, respira più velocemente alterando, in questo modo, il normale metabolismo tra l'ossigeno e l'anidrite carbonica presente nell'organismo, questa alterazione è responsabile sia dell'aumento dell'intensità che della produzione di nuovi sintomi ( depersonalizzazione, de realizzazione, intorpidimento, formicoli, sbandamento, bocca secca etc.). Il fatto che l'attacco di panico si sia manifestato in metropolitana, dove la persona può temere di non poter fuggire in caso di necessità e l'aria è viziata ha, probabilmente, accentuato tutto il processo.
Generalmente, il primo attacco di panico ha una straordinaria capacità di stravolgere la vita delle persone; gli effetti negativi più evidenti riguardano la messa in atto degli evitamenti e di altri comportamenti protettivi: entro la prima settimana dal primo attacco di panico le persone iniziano ad evitare progressivamente tutti i luoghi e le situazioni che reputano pericolose in relazione all'innesco degli attacchi di panico (ad esempio, Luisa probabilmente inizierà ad evitare la metropolitana o altri luoghi simili).
Se l'evitamento non può essere messo in atto, la paura di poter avere un attacco di panico è segnalata dalla presenza di una forte ansia che spesso fa la sua comparsa diverso tempo prima di affrontare l'evento ( ansia anticipatoria).Altri fattori che possono presentarsi subito dopo una crisi di panico sono rappresentati dalla tendenza ad allarmarsi eccessivamente, fino ad innescare marcati stati d'ansia o angoscia, rispetto a sensazioni fisiche che possono essere interpretate come segnali che anticipatano la crisi di panico;